mercoledì 12 settembre 2012

SACCHI: "I NOSTRI GIOVANI GIOCANO POCHISSIMO"

Al Real Madrid mi criticavano perché in prima squadra c’erano pochi ragazzi della cantera.
Arrigo Sacchi, ha rilasciato alcune dichiarazioni nella giornata di ieri a Cava dei Tirreni dopo la vittoria della Nazionale Under 19 contro i pari età del Portogallo, sulla formazione dei giovani calciatori in Italia, ai microfoni del quotidiano Il Mattino:

"Quando ero al Real Madrid mi criticavano perché in prima squadra c’erano pochi ragazzi della cantera. Avete mai sentito muovere un appunto del genere in Italia? Nel pensare medio italiano il Barcellona non avrebbe mai vinto niente. Quando Guardiola è stato promosso dalla Tercera División alla panchina dei blaugrana, ha fatto fuori i due calciatori più pagati (Ronaldinho e Deco) per dare spazio a due ragazzini (Pedro e Busquets): da noi non sarebbe mai stato possibile. Ma se apriamo ai giovani solo per necessità economiche non c’è da essere ottimisti. il gioco moltiplica le qualità individuali e le percentuali di successo, è più facile allenare i piedi che la mente. Se i giovani della nostra Under 21 hanno messo insieme solo 10 presenze in serie A contro le 250 della Germania è colpa degli allenatori ignoranti che non sanno far giocare le proprie squadre. Tra campionato primavera, serie B e Lega Pro si gioca su ritmi ridicoli, con intensità insufficiente e pressing inesistente. Nella partita persa per 4-2 con l'Irlanda ho visto giocatori poco funzionali alla squadra che non c’entrano nulla con il progetto tecnico che stiamo portando avanti".

Sacchi: "Il nostro calcio è arretrato"


"Il calcio è un gioco di squadra. E' un'orchestra che deve avere strumenti accordati e buoni maestri. Affidarsi al singolo non serve. Il singolo salva se stesso ma non ti fa vincere. Quel che fa Prandelli con la Nazionale, la Juve di Conte, le squadre di Zeman ed anche quello che stiamo cercando di innovare nel Club Italia a livello di nazionali giovanili. Dobbiamo recuperare terreno sul resto d'Europa. Il nostro è un paese vecchio e arretrato anche nel calcio. Occorrono centri di formazione, didattiche adeguata e soprattutto sono necessari maestri all'altezza della situazione in ogni società, senza badare al risultato immediato ma pensando ai programmi, alla prospettiva