Al Real Madrid mi criticavano perché in prima squadra c’erano pochi ragazzi della cantera.
Arrigo
Sacchi, ha rilasciato alcune dichiarazioni nella giornata di ieri a
Cava dei Tirreni dopo la vittoria della Nazionale Under 19 contro i pari
età del Portogallo, sulla formazione dei giovani calciatori in Italia,
ai microfoni del quotidiano Il Mattino:
"Quando ero al Real Madrid mi criticavano perché in prima squadra
c’erano pochi ragazzi della cantera. Avete mai sentito muovere un
appunto del genere in Italia? Nel pensare medio italiano il Barcellona
non avrebbe mai vinto niente. Quando Guardiola è stato promosso dalla
Tercera División alla panchina dei blaugrana, ha fatto fuori i due
calciatori più pagati (Ronaldinho e Deco) per dare spazio a due
ragazzini (Pedro e Busquets): da noi non sarebbe mai stato possibile. Ma
se apriamo ai giovani solo per necessità economiche non c’è da essere
ottimisti. il gioco moltiplica le qualità individuali e le percentuali
di successo, è più facile allenare i piedi che la mente. Se i giovani
della nostra Under 21 hanno messo insieme solo 10 presenze in serie A
contro le 250 della Germania è colpa degli allenatori ignoranti che non
sanno far giocare le proprie squadre. Tra campionato primavera, serie B e
Lega Pro si gioca su ritmi ridicoli, con intensità insufficiente e
pressing inesistente. Nella partita persa per 4-2 con l'Irlanda ho visto
giocatori poco funzionali alla squadra che non c’entrano nulla con il
progetto tecnico che stiamo portando avanti".
Sacchi: "Il nostro calcio è arretrato"
"Il calcio è un gioco di squadra. E' un'orchestra che deve avere
strumenti accordati e buoni maestri. Affidarsi al singolo non serve. Il
singolo salva se stesso ma non ti fa vincere. Quel che fa Prandelli con
la Nazionale, la Juve di Conte, le squadre di Zeman ed anche quello che
stiamo cercando di innovare nel Club Italia a livello di nazionali
giovanili. Dobbiamo recuperare terreno sul resto d'Europa. Il nostro è
un paese vecchio e arretrato anche nel calcio. Occorrono centri di
formazione, didattiche adeguata e soprattutto sono necessari maestri
all'altezza della situazione in ogni società, senza badare al risultato
immediato ma pensando ai programmi, alla prospettiva
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